Avete mai sentito parlare della sindrome di wanderlust?
Partiamo dal presupposto che non tutti amano viaggiare. Anzi.
Per alcune persone l’idea di allontanarsi da casa è un dramma, quasi un sacrificio da fare solo e se strettamente necessario.
Poi ci sono quelli che vanno in vacanza più o meno una volta l’anno, magari nello stesso posto da una vita.
C’è poi quel genere di viaggiatori a cui oltre alle vacanze estive piace concedersi anche qualche weekend fuori porta qua e là.
E infine ci sono loro: i viaggiatori affetti da sindrome di wanderlust.
Ma come riconoscere questa sindrome?
Come capire se anche voi siete dei wanderluster?
Ecco qui dieci sintomi da monitorare attentamente!
Durante un viaggio pensate già a quello successivo
Il wanderluster non pensa mai ad un solo viaggio alla volta, anzi.
Durante un viaggio fantastica già su quello(i) successivo(i) e per questa ragione spesso si ritrova ad organizzare più viaggi contemporaneamente e ad avere più partenze programmate nel giro di pochi mesi.
Per me è proprio così e se devo dirla tutta inizio a pensare ad una nuova meta subito dopo averne prenotata una.
Per la serie “chi si ferma è perduto!”
Ad inizio anno conoscete a memoria tutti i ponti e le festività
Il viaggiatore affetto da sindrome da wanderlust inizia a controllare il calendario dell’anno successivo già in autunno, alla ricerca di ponti e weekend lunghi dove incastrare le ferie.
Pasqua, 25 aprile, 1 maggio, 2 giugno, 1 novembre e magari Sant’Ambroeus in accoppiata con l’Immacolata.
Prenotate più viaggi il prima possibile
Chi prima arriva meglio alloggia si sa, soprattutto se si può partire solo nei periodi di altissima stagione.
Così per il viaggione di agosto si iniziano a monitorare i voli già da fine novembre, per arrivare a prenotare al massimo, ma proprio al massimo, entro gennaio.
Conosco viaggiatori di livello-pro che, beati loro, non temono le avversità del destino e danno forma a programmi di viaggio con più di un anno di anticipo: lo ammetto, io a tanto non sono ancora arrivata, ma sono tra quelli che a gennaio hanno già due tre biglietti aerei staccati.
L’itinerario in ogni caso è già pronto nel cassetto da mesi (se non addirittura anni!) e questo ci porta dritti dritti al punto successivo.
Avete pronti itinerari di viaggi non (ancora) fatti
Il wanderluster è per definizione un sognatore.
Nulla lo appaga di più che progettare viaggi e quando si tratta di definire itinerari e spostamenti si reputa imbattibile.
E così basta una fotografia, un libro, un film, un racconto di un viaggio fatto da amici, colleghi, conoscenti o perfino sconosciuti (!!!) che sente parlare sul treno ed eccolo iniziare a leggere blog, guide e tutto quelli che gli capita a tiro per delineare un itinerario di viaggio già suddiviso per giorni e tappe.
Io per esempio ho pronti da anni un po’ gli itinerari di Egitto (quello serio delle Piramidi eh, non Sharm el-Sheikh), Nuova Zelanda, Patagonia, Scozia, Norvegia, Islanda.
Tanto per citarne alcuni…..
Sindrome di wanderlust: giro di boa, a quanti sintomi siete arrivati?
Aprite Google Maps a caso
Il viaggiatore seriale passa ore (o-r-e) a fantasticare su Google Maps.
Non solo per tracciare i suddetti itinerari, ma anche per esplorare posti a caso.
Io mi ritengo campionessa di street view, soprattutto nei momenti di noia, ma anche in quelli di particolare stress: aprire Google Maps e zoomare su un qualunque puntino del globo è il mio calmante, altro che Xanax!
Consultate Skyscanner tipo oracolo
Skyscanner è il migliore amico dei viaggiatori affetti da questa sindrome.
Non solo per monitorare combinazioni di date-prezzi-orari, ma anche per cercare ispirazione.
Io per esempio non potrei mai fare a meno dell’opzione “Ovunque” di Skyscanner, soprattutto quando sono indecisa.
Non tanto perché non ho idee, ma al contrario perché le idee sono troppe e Skyscanner mi da una grande mano nel confrontare subito a colpo d’occhio i vari prezzi.
Santo subito chi lo ha inventato!
Spendete tutti i vostri risparmi in viaggi
C’è chi spende i propri risparmi in vestiti, c’è chi è un patito della tecnologia e vuole avere l’ultimo modello di pc-cellulare-smartwatch….e c’è chi invece, prima di comprare la qualunque, pensa cosa potrebbe fare con quella cifra in termini di viaggio.
Un nuovo cappotto griffato?
Mmm con la stessa cifra ci compro il volo per quella città che puntiamo da una vita…
Un nuovo cellulare?
Mmm però con quei soldi riesco ad organizzare un weekend lungo per il ponte del 1 maggio…
In realtà il cappotto non è che mi serva più di tanto e per il cellulare posso aspettare…ok, prenoto!
Badate bene non è tirchieria: è questione di priorità!
In libreria finite sempre davanti alla sezione “Viaggi”
Quando un wanderluster mette piede in una libreria è come se scattasse una bussola automatica che lo porta sempre a ritrovarsi davanti alla sezione “Viaggi”.
E così, non solo si ritrova a sfogliare guide di mete che vorrebbe visitare, ma se la sindrome da wanderlust è particolarmente acuta eccolo prendere in mano edizioni aggiornate delle guide dei posti che ha già visitato.
Per non parlare della narrativa di viaggio: reportage, diari di viaggio, libri fotografici…
Perchè alla fine il viaggiatore è sempre in partenza, anche solo con il pensiero.
Partite per un viaggio, non per una vacanza
La vacanza è letteralmente un periodo di riposo.
Ora ditemi: quale viaggiatore parte per rimanere seduto a far nulla e riposare?
Forse può resistere un paio di giorni, ma poi deve sfruttare al massimo il tempo a sua disposizione per vedere e conoscere.
Questo significa sveglie (quasi) all’alba e chilometri da macinare con ogni mezzo, piedi inclusi.
Per ora il nostro record l’abbiamo raggiunto a Berlino, dove in una giornata abbiamo percorso qualcosa come 42 km a piedi, mentre la sveglia puntata alle 2.30 per vedere l’alba a Masada in Israele non è stata ancora surclassata.
Insomma altro che riposare: quando torna a casa il viaggiatore incallito avrebbe bisogno di una vancanza per riprendersi dal viaggio!
Parlate sempre di viaggi
Un wanderluster potrebbe parlare di viaggi per ore e ore.
E con chiunque gli capiti a tiro: parenti, amici, colleghi, perfino sconosciuti se mai ce ne fosse occasione.
Il viaggiatore affetto da questa sindrome è sempre pronto a raccontare le sue avventure: non tanto per vantarsi, ma proprio per condividere questa sua grande passione.
Proprio per questo non può fare a meno di prodigarsi in consigli e suggerimenti anche sui viaggi altrui: poco importa se all’altro non gliene può fregar de meno.
“Once the travel bug bites there is no known antidote”
Michael Palin
2 comments
Ce le ho tutte tranne una: la 9. Anche se quando torniamo da un viaggio abbiamo bisogno di ferie per riprenderci dalla fatica, ci sono dei momenti che amiamo staccare del tutto anche negli itinerari più impegnativi. Un alloggio lussuoso, una capatina nella hot tube con vista oceano o montagne innevate, una colazione poco prima che chiuda la sala, qualche ora a fare gli scemi perdendo tempo guardando insieme video stupidi sullo smartphone, qualche ora fermi in un café facendo people watching e parlando dei piani per il futuro…
Tutto questo mi pone a metà tra il viaggio e la vacanza e io odio le separazioni. Sono per le contaminazioni…
Per il resto, eccomi, e lo sai bene… A che anno siamo arrivate con la pianificazione? Hawaii 2022?!?
Un abbraccio da una Elena a un’altra Elena…
Momenti di relax dentro al viaggio sì anche per noi: diciamo che però non partirei per fare 7giorni di dolce far niente in un resort all inclusive…
People watching sorseggiando un caffè? Presente! ✌